Massimo CACCIARI, Hamletica, Milano 2009

Abbozzi di Recensioni Per la Rete.

(Solo il testo a stampa rispecchia la stesura conclusiva, il mio pensiero definitivo!)

 

Massimo Cacciari, Hamletica, Milano 2009

Tra i libri più freschi del 2009, voglio segnalare: Hamletica, del prof. Cacciari di Venezia.

Si tratta di frammenti scintillanti per una sorta di filosofia della prassi contemporanea, tramite un dialogo con (e tra) gli artisti che – in forma plastica, prima che concettuale – maggiormente ne hanno colto, a partire dall’età moderna,  il carattere viepiù estraniante. Sia a monte: per quanto riguarda il motore della decisione. Che per quanto riguarda l’eterogenesi dei fini. (A valle dell’atto politico.)

Se l’Autore è straordinario nel cogliere i tratti indubbiamente specifici che la prassi viene assumendo, significativamente, da Shakespeare (dall’egemonia mondiale anglosassone) giù sino a Kafka e Beckett, ci si chiede se egli non finisca per ipostatizzarne oltre misura il carattere alienato: perché generalizza la propria condizione. Quella, dico, di chi cerca di proporre un progetto filosofico – politico (tra i più originali, nell’Europa d’oggi) a soggetti sociali per i quali esso è del tutto irricevibile.

(Come può, infatti, una forza politica, quale la Sinistra italiana contemporanea, accettare una riforma federale del partito e dello Stato, quando – dopo il triennio 1989-91 – essa sembra sostenuta: 1°) da quei poteri forti che massimamente richiedono lo stato centralizzato? E 2°) da quegli stessi Statali che – certo non tutti – esercitano una vera forma di luddismo reazionario rispetto a ogni forma d’innovazione?)

L’origine colloquiale del testo rende l’opera più semplice e immediata che non gli scritti d’alto carattere teoretico di Cacciari; e credo, quindi, sia di piacevole lettura anche per un non specialista. (f.ramponi)

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