Émile ZOLA, Trois Villes, in Oeuvres Complètes, 16/17 (2 voll.) Parigi 2007/2008
E’ finalmente riedito (all’interno delle opere complete di Zola e in veste filologicamente molto accurata) un documento fondamentale per lo studio della formazione dello Stato unitario. Primo romanzo dedicato alle Trois Villes, aldilà della caducità artistica, Rome resta una
riprova insuperabile della sensibilità dell’Autore per i fenomeni storici e
sociali.
Di origine veneta, il fondatore del naturalismo giudica pessima la scelta di Roma quale capitale del giovane Stato. Pur nel suolinguaggio ottocentesco – quasi biologico – egli descrive in modo impressionante la degenerazione dei Padri del Risorgimento. (Il loro carattere – nel bene o
nel male, innegabilmente intraprendete – scomparirebbe nei figli: istallatisi a Roma, corrotti dal clima e dai costumi locali, essi avrebbero abdicato alle virtù della stirpe). Nel frattempo, il meridionale, rotto alla «volupté», dilaga per Roma; diffondendo
– secondo Zola – i peggior difetti, quali l’ingordigia per il posto pubblico o
la pomposità inconcludente: « Le Nord avait fait l’Italie, le Midi montait à sa
curée, se jetait sur elle, vivait d’elle comme d’une proie »
A pochi anni dall’unificazione, con eccezionale intuito antropologico, egli già riscontra un « antagonisme de plus en plus marqué entre le Nord e le Midi; le nord travailleur et économe, politique et avisé, savant, tout aux grand idées
modernes; le Midi ignorant et paresseux, tout à la joie immédiat de vivre, dans un désordre enfantin des actes, dans un éclate vide des belles paroles sonores ».
Singolare come, il lavoro di Zola, trovi rapida eco in De Sanctis: tra i cosiddetti «hegeliani» napoletani. (Nella misura, è vero, in cui sono recepite, principalmente, le teorie deterministe d’allora. Spacciate,allora come oggi: per scientifiche. Allora come oggi: esaltate in funzione deresponsabilizzante; e in ultima analisi anticattolica).
Ci si chiede, a questo punto, se i «grandi» hegeliani di Napoli – cui risale tanta parte dell’impianto culturale e educativo
romano-centrico dell’Italia unita – sapessero leggere in modo non interessato.
Visto, tra l’altro, quanto io trovo – stampato a chiare lettere (benché, ahimè, gotiche) – nelle opere complete della loro auctoritas quasi divinizzata: «L’Italia del Nord è costituita dal bacino del Po ed è completamente diversa dalla penisola vera e propria… Roma, d’altra parte può bensì esser punto mediano per l’Italia centrale e meridionale, – ma solo artificialmente e in modo coercitivo per quei Paesi, che le sarebbero sottoposti in Alta Italia».
Ecco il testo, originale, da Hegel: «Das nördliche Italien bildet einen Bassin des Po und ist ganz verschieden von der
eigentlichen Halbinsel… Rom kann andererseits wohl für Mittel- und Unteritalien ein Mittelpunkt seyn, aber nur künstlich und gewaltsam für die Länder, die ihm in Oberitalien unterworfen wären» (Sämtliche Werke, XI, p. 364, Stoccarda,
1965).
© F. Ramponi – Oxford