Ekkehard EICKHOFF, Venedig, Wien und die Osmanen, Stoccarda 2008

L’autore è già noto a chi ama Venezia e la sua storia. Per il brillante Venedig Spätes Feuerwerk (Stoccarda 2006): dov’è distrutta la mistificazione storiografica risorgimentale secondo cui il Veneto del Settecento (l’età di Vivaldi e Goldoni, di Ca’ Rezzonico e del Gran Teatro La Fenice, di Casanova e del Canaletto) sarebbe un periodo di «decadenza», che aspetta la redenzione dall’unificazione.

Di fronte alla cospicua mole dell’opera dedicata all’espansionismo turco nei Balcani (e alla resistenza prestata da Venezia e Vienna) il lettore si trova, sulle prime, disorientato. Ma poi subito avvinto: per la capacità dell’Autore di passare dalla grande storia geopolitica alla descrizione delle singole individualità. (Quali quella di Marco d’Aviano, o del Feldmaresciallo Montecuccoli, o del  Principe Eugenio di Savoia.)

Le vicende militari narrate rimarranno decisive fino alla Grande Guerra. Mentre le conseguenze spirituali e psicologiche dell’occupazione islamica della penisola balcanica – ancor oggi più che palpabili – dovrebbero far riflettere chi regge le sorti della penisola italiana.

© f. ramponi


Abbozzi di Recensioni Per la Rete.
Solo il testo a stampa rispecchia la stesura conclusiva, il mio pensiero definitivo!

Comments are closed.